La città perduta del Kalahari

Tra leggende e scoperte archeologiche in Africa sarebbe emerso che nell’arido deserto esisterebbero le tracce della antichissima città perduta del Kalahari. Il Kalahari: 930.000 km², un territorio immenso in Africa, pressoché disabitato, in estate arido e soggetto a temperature così alte da essere invivibile.

Spirali Kalahari
Spirali Kalahari

Il deserto del Kalahari si estende principalmente in Botswana, nella fascia orientale della Namibia e nel nord-ovest del Sudafrica, è il sesto deserto più grande del mondo. Le antiche leggende di Boscimani e Ottentotti raccontano davvero di un’antica città, la città perduta del Kalahari, che non sarebbe stata costruita da gente delle loro etnie, bensì da una popolazione misteriosa e sconosciuta. Si racconta anche che quella zona sarebbe ricchissima di diamanti oltre a nascondere i resti di una antica città, così nel novembre 1885 Guillermo Farini (alias William Leonard Hunt) scrisse un rapporto su una città strana e misteriosa che lui stesso aveva incontrato nel deserto del Kalahari. Presentò questi risultati alla Società Geografica di Berlino e ancora nel 1886 alla Royal Geographical Society of Great Britain. Ha persino pubblicato un libro lo stesso anno in cui ha descritto la scoperta in dettaglio. Nel libro, ha descritto misteriose formazioni rocciose che era convinto fossero rovine della città perduta del Kalahari. Sosteneva che la città fosse stata costruita sotto forma di arco, con alcune parti nascoste sotto la sabbia e altre parti visibili. Non riuscì a trovare iscrizioni e immaginò che la città avrebbe avuto migliaia di anni. Probabilmente Farini è stato il primo uomo bianco ad attraversare il deserto del Kalahari, in Sud Africa, e sopravvivere. Certo non poteva sapere che dopo la sua, ben 25 spedizioni di esploratori indomiti avrebbero seguito le sue tracce e affrontato quel territorio ostile ufficialmente alla ricerca dell’antica città perduta di Kalahari, di cui lui sosteneva avere scoperto le rovine, probabilmente sognando anche un ricco giacimento di diamanti. Nessuna di queste spedizioni riuscì a ritrovare nulla.

Kalahari desert
Kalahari desert

Nel corso degli anni, queste scoperte si sono trasformate in voci su un’antica città nel centro del Kalahari, che ora è completamente coperta dalle sabbie del deserto. Apparentemente, anche i Khoi Khoi della zona hanno dichiarato che c’era una città antica che non era stata costruita da loro. Lo storico Gustav Prelude sosteneva anche che i Khoi Khoi erano disposti a condurlo alle rovine nel nord della zona e in un luogo ancora più lontano dove una volta erano state scoperte pietre preziose. Sono state fatte più ricerche per trovare le rovine della città e per provare a dimostrare la correttezza della storia di Farini. Tuttavia, il mistero ora è diventato un po’ un mito, con alcune persone che affermano di aver visto cave o addirittura naufragi nel mezzo del deserto. Inoltre, nulla è venuto da queste ricerche. Il professor AJ Clement ha testato la teoria di Farini nel 1964 facendo molte foto e ha concluso che non ha mai effettivamente raggiunto il deserto del Kalahari, ma invece ha fatto un altro percorso, dove ha trovato formazioni rocciose naturali composte di dolerite che, una volta erose, possono sembrare fatte dall’uomo. Tuttavia, guardando quelle immagini, non si può non essere colti dal dubbio. Soprattutto alcuni dei massi si presentano perfettamente squadrati, differenziandosi dalle tipiche rocce erose della regione. Allora? Tutto un abbaglio? Oppure sono davvero i resti della città perduta del Kalahari?

Poi, nel 2016, un’altra spedizione è stata intrapresa nel Kalahari e sono stati trovati muri e rocce che corrispondevano alla descrizione originale di Farini. Tuttavia, non è ancora chiaro se queste strutture siano state create dall’uomo. A queste coordinate in Google Maps, è forse possibile trovare una spiegazione: -30 ° 0 ‘21.64 “, +21 ° 6’ 21.69” dove sono stati trovati i segni di quella che potrebbe essere una enorme città, con enormi geoglifi, disegni a spirale ed altri motivi geometrici e segni di quelle che sembrano antiche mura. Queste tracce sarebbero emerse dalle sabbie del deserto erose dagli agenti atmosferici apparendo all’occhio di Google. I disegni assomigliano molto ai più famosi disegni di Nazca anche se più complessi. La scoperta è da attribuire all’olandese Jaimy Visser, che utilizzando Google Earth è riuscito a mappare antichi siti del mondo. Questa è la prova dell’esistenza della città perduta del Kalahari?

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