Leggende metropolitane spaventose

Si dice che le leggende metropolitane siano storie vere, realmente accadute e tramandate oralmente, spesso dal contenuto inquietante e quasi inverosimile. Fatti realmente accaduti o racconti frutto della fantasia popolare? Ogni paese ha le sue e in ogni caso queste leggende suscitano l’interesse anche morboso del popolo proprio per la loro aria di mistero ed orrore insieme. Eccone alcune.

Porta inferno
Porta inferno

Leggende metropolitane: La porta dell’inferno

Questa storia sarebbe accaduta in Siberia, dove uno scienziato russo avrebbe effettuato una perforazione nel terreno così profonda, che, calando un microfono al suo interno avrebbe sentito le voci e le urla dei dannati dell’inferno. La registrazione sarebbe stata fatta a una profondità di poco più di 14 km. Il Dr. Azzacove racconta così la sua spedizione: “La perforatrice all’improvviso cominciò a rotare velocemente, indicando che avevamo raggiunto una grossa caverna o cavità vuota. I sensori della temperatura mostrarono un drammatico aumento di calore fino a 2.000 gradi Fahrenheit. Noi calammo giù lungo il condotto un microfono, designato a rivelare i rumori dei movimenti della piastra. Ma invece dei movimenti della piastra, sentimmo una voce umana gridare dal dolore. Inizialmente pensammo che il suono proveniva dalla nostra attrezzatura. Ma quando facemmo degli adattamenti, furono confermati i nostri peggiori sospetti. Le urla non erano quelle di un singolo essere umano, ma erano le urla di milioni di esseri umani”. Raccapricciante.

Polybius
Polybius

Leggende metropolitane: Polybius

Polybius è il videogioco protagonista di questa leggenda, creato dalla presunta casa Sinneslöschen negli anni ’80. Questo videogame causava ai suoi giocatori moltissimi disturbi come epilessia, amnesia, incubi e mancanza di interesse rispetto a tutti gli altri videogiochi. Un mese dopo la sua distribuzione, si racconta che tutte le macchinette sarebbero state fatte sparire senza lasciare alcuna traccia. Chi le aveva introdotte? Con quale scopo? E perché furono fatte sparire?

Pier Fortunato Zanfretta
Pier Fortunato Zanfretta

Leggende metropolitane: Fortunato Zanfretta

Fortunato Zanfretta è un metronotte italiano in pensione presunta vittima di rapimenti alieni. Questi alieni si chiamerebbero Dargos e verrebbero da un pianeta della terza galassia, chiamato Titania. Il loro aspetto ricorderebbe quello dei rettili: pelle verde e increspata, alti quasi tre metri, grandi punte sulla testa e occhi triangolari gialli. Questo signore sostiene di aver avuto undici incontri di tipo ravvicinato con queste creature durante il suo servizio di vigilanza notturna da 1978 al 1981. Sottoposto anche ad ipnosi regressive ha raccontato dei suoi incontri con gli alieni. Il caso all’epoca fece molto scalpore e tutt’ora se ne parla. Frutto di fantasie di una mente creativa, o verità di un uomo sincero, i resoconti di Zanfretta valgono la pena di essere letti, poiché vera e propria immersione in una dimensione lontana dal quotidiano, che può intimorire, ma anche far sognare gli appassionati del mistero.

Omicidio al college
Omicidio al college

Leggende metropolitane: Omicidio al college

Secondo questa leggenda una ragazza del college decide di non stare nella stanza del suo dormitorio a studiare, ma di uscire per andare ad una festa. Al suo ritorno pensa bene di non accendere la luce per non svegliare la sua compagna di stanza e si mette a letto silenziosamente. Il mattino successivo, una volta sveglia, scopre che l’amica è stata assassinata e sul muro si legge una scritta fatta col sangue: “Non sei felice di non aver acceso la luce?”. Da rabbrividire…

Autostoppista fantasma
Autostoppista fantasma

Leggende metropolitane: Autostoppista fantasma

Il racconto è quello di un camionista che nel pieno di una notte piovosa si accorge di una bellissima ragazza che sta facendo l’autostop. Così, intenerito dal suo viso angelico, la fa salire sul camion per proteggerla dal mal tempo e accompagnarla dove desidera. Non appena la ragazza sale, la pioggia smette di battere e si fa più lieve, ma un banco di nebbia fitta appare sulla strada, dando scarsa visibilità. In un punto non troppo definito, la ragazza invita il camionista a fermarsi perché quella è la sua destinazione. Ringrazia, scende dal camion e va via, ma dimentica la sua felpa sul camion. Dapprima indeciso sul da farsi, l’autista scende dal camion per restituire la felpa alla ragazza e scopre di essere in un cimitero: vi entra e scorge su una lapide la foto della ragazza, morta già molto tempo prima. Una autostoppista fantasma…

Bambina dei biscotti
Bambina dei biscotti

Leggende metropolitane: La bambina dei biscotti

La vicenda si svolge in un campo Scout, dove per diversi giorni una bambina va a trovare i ragazzi dell’accampamento chiedendo dei biscotti. La bambina è vestita sempre di bianco e ben presto fa amicizia con tutti i giovani che non potevano non adorarla. La piccola, di bianco abbigliata, con una capigliatura bionda e fluente e il sorriso dolce di un angelo, aveva fatto breccia nei loro cuori. I ragazzi arrivarono addirittura a metterle da parte i biscotti, aspettando il suo arrivo. Dopo una settimana i capi scout decidono di scendere in paese per rifornirsi di cibo e bevande. Proprio mentre sono al supermercato, si accorgono che dietro al bancone è affissa alla parete la foto di una bimba identica alla loro amica dei biscotti. La curiosità e anche un minimo di apprensione li spinsero a domandare all’uomo che li serviva se quella splendida bambina fosse sua figlia. “Sa, viene sempre da noi a mangiare biscotti”. Il negoziante di colpo impallidì e rabbuiandosi in volto, rispose con voce triste: “È impossibile, mia figlia è morta sette anni fa!”. La bambina non tornò più al campus a chiedere i biscotti…

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